Cari fratelli e Sorelle,
ci stiamo avvicinando a Natale in una maniera molto diversa da quella degli anni scorsi.
Il peggioramento della situazione sanitaria, causa Covid19, dopo un breve miglioramento in estate, sta stravolgendo la nostra vita, soprattutto dei nostri anziani, e ha spinto le autorità pubbliche a imporre nuove restrizioni, sempre più severe.
Sembra che saremo obbligati a vivere un Natale in "sordina"... niente super cenoni, con parenti e amici, niente mercatini di natale, niente vacanze sulla neve, niente viaggi all'estero... e anche in Chiesa... niente messa a mezzanotte, niente concerti, niente "chiesa pienissima"...
Sembra che saremo obbligati a vivere il Natale proprio come Gesù, Giuseppe e Maria... nel silenzio di una stalla, perchè per loro non c'era posto in albergo... nell'intimità dei propri nuclei familiari... nella contemplazione della Nuova Vita che sorge, nonostante tutto, e ci consegna il suo messaggio di Speranza!
Forse quest'anno riusciremo ad interrogarci sul significato autentico del Natale, costretti a mettere da parte il sapore del consumismo e del sentimentalismo che da tempo ha avvolto e oscurato il vero senso del Natale; ci chiederemo se abbiamo sofferente nostalgia per la mancanza di Gesù o per la mancanza dei godimenti superficiali; ci dovremo domandare se le restrizioni sanitarie ci pesano perchè ci tolgono la Fede oppure spingono a rigenerarla, a rivitalizzarla, a ricrearla.
Forse quest'anno il Natale potrebbe diventare l’occasione per dare spazio al SILENZIO... per raccogliersi, entrare nel tempio del nostro cuore e sperimentare il silenzio interiore e l’ascolto, facendo nascere la nostra preghiera a Gesù: “Vieni a salvare il tuo popolo!”(Sal 28,9).
D'altra parte tutto è accaduto nello scenario dimesso di un villaggio sperduto della Galilea. Tutto è avvenuto lontano dai riflettori puntati, come al solito, sulle persone che contano, lontano dalle stanze del potere, dove sembra si giochino il destino dei popoli e il corso della storia; lontano anche dai luoghi sacri, come il Tempio di Gerusalemme, invaso dal fumo dei sacrifici e dal canto dei salmi.
Dio ha scelto uno strano modo per dare inizio al capitolo decisivo del suo rapporto con gli uomini. Ha scelto uno stile tutto suo per dare compimento alle attese di Israele.
In effetti, quello che conta veramente per la nostra vita e per quella di tutti gli uomini e le donne, che sono e saranno sotto questo cielo, è contenuto nel racconto così sobrio e umile della nascità di Gesù: Dio è entrato nell'intimità domestica e silenziosa della casa di Maria e le ha chiesto di accogliere un progetto più grande di lei. E Maria ha accolto quella "temeraria" proposta con lo slancio e la gioia di chi si affida totalmente a lui...
Ecco, nel SILENZIO intimo delle nostre case, famiglie, affetti... lasciamo che sgorghi dalle nostre labbra la preghiera che segna la nostra autentica comprensione del Natale: "Aiutaci, Signore, ad imitare la tua e nostra dolcissima Madre, perché possiamo davvero accoglierti nella nostra vita".
Ebbene! questo Natale, con meno distrazioni esteriori può essere l’occasione per consentire a Gesù che viene, di stabilire una nuova relazione con noi, per consentire a Dio di seminare novità di vita e speranza nei vuoti della nostra stressata esistenza!
Allora! questo Natale, in cui siamo obbligati a rinunciare ai nostri tradizionali eccessi consumistici, può essere l'occasione a fare più attenzione a chi ci sta vicino... a chi, come Giuseppe e Maria, duemila anni fa, bussa, nella notte, all'uscio di casa nostra, per trovare luce, calore, ospitalità...
Sì! questo Natale ci può liberare dal senso di pesantezza, di tristezza, di ripiegamento, per aprirci alla fiducia, alla generosità... soprattutto ci può aprire alla gioia di essere uniti a Cristo Gesù e con lui seminare pace, giustizia, amore, verità.
Questo è il Natale di Gesù Cristo che noi vogliamo avere la gioia di vivere. Questa è la luce che illumina non le strade del nostro paese o i nostri balconi, ma il nostro cuore.
Auguri...vostro don Sergio