“Tu ami tutte le tue creature, Signore, e nulla disprezzi di ciò che hai creato;
tu dimentichi i peccati di quanti si convertono e li perdoni, perché tu sei il Signore nostro Dio”  

Carissimi fratelli e sorelle,

con questa invocazione, tratta dal libro della Sapienza (cfr 11,23-26), la liturgia introduce la celebrazione eucaristica del Mercoledì delle Ceneri. Sono parole - diceva Benedetto XVI, Papa emerito - che aprono l’intero itinerario quaresimale, ponendo a suo fondamento l’onnipotenza d’amore di Dio, la sua assoluta signoria su ogni creatura, che si traduce in indulgenza infinita, animata da costante e universale volontà di vita. In effetti, perdonare qualcuno equivale a dirgli: non voglio che tu muoia, ma che tu viva; voglio sempre e soltanto il tuo bene. In questa prospettiva dobbiamo vivere l'invito del profeta Gioele: Laceratevi il cuore e non le vesti, ritornate al Signore vostro Dio, perché egli è misericordioso e benigno, tardo all'ira e ricco di benevolenza (Gl 2,13).

L’invito di Gesù alla conversione del cuore e al pentimento, alla metanoia di cui ci parla il Vangelo, è allo stesso tempo conversione interiore e cambiamento esteriore. Non si dà l’una senza l’altra: una è la fonte, il pentimento interiore attraverso la conversione del cuore (laceratevi il cuore), l’altra è la penitenza esteriore che deve manifestare con verità la prima e non essere solo un vuoto rituale da ripetere di anno in anno senza alcun riflesso nella nostra vita di ogni giorno (…non le vesti).

La conversione e il pentimento avvengono quando consegno tutto il mio essere a Cristo in un atto di fiducia, senza sapere chiaramente dove ciò mi condurrà, ma disposto a intraprendere un itinerario con fede verso un cambiamento, un rinnovamento del modo di pensare e un rovesciamento dell’agire così da pensare e agire sempre di più alla maniera di Cristo. Domandiamoci sempre: “il Signore Gesù, in questa circostanza, in questa scelta che sto facendo, in questo desiderio che sento nel cuore, penserebbe e farebbe così?”.

Non è mai facile! E' un processo talvolta doloroso. Significa spesso rinunciare al proprio orgoglio. Si tratta di tornare a Gesù con tutto il nostro essere, con tutto il cuore, liberandolo dall’egoismo, dall’individualismo, da tutto ciò che lo tiene incatenato: l’attaccamento al proprio pensiero, alle proprie cose, ai propri progetti personali, dolci e gratificanti sul momento e poi, alla fine, sempre dall’esito tanto amaro! Come dice il profeta Gioele nel riferire l’invito di Dio al suo popolo: Ritornate a me con tutto il vostro cuore (Gl 2, 12)! Un cuore puro, semplice, come quello di un bambino che si fida e si affida alle braccia del papà e della mamma! Così ci dobbiamo anche noi gettare tra le braccia del Padre che ci ama in Cristo suo Figlio, donato per noi, e nello Spirito effuso nei nostri cuori (Rm 5,5) per farci figli amati e prediletti come l’Unigenito! La conversione/penitenza, dunque, è molto più di “una temporanea alterazione cosmetica della superficie”, è anzitutto la “riscoperta dell’amore di Dio”, dell’amore trinitario, del Padre del Figlio dello Spirito santo riversato nel cuore! 

Dunque questo è l'itinerario della Quaresima. Prima di tutto dobbiamo aprire gli occhi per identificare gli ostacoli che ci impediscono di esser ciò che potremmo essere; andiamo con fiducia a confessarli umilmente e a chiedere il perdono sacramentale per questi ostacoli, per i nostri peccati, nella Confessione/Riconciliazione per poi accogliere con gioia e dignità il sacramento dell’Altare!

Dobbiamo anche aprire ogni giorno con stupore e con gioia le orecchie interiori per permettere alla Parola di Dio di scuoterci dal letargo e dall’apatia, per non ricadere nella mediocrità spirituale. Dobbiamo dedicare ogni giorno tempo apregare, insieme e personalmente, con la preghiera della Chiesa, la preghiera della nostra tradizione, ma anche meditando e contemplando la Scrittura divina e i testi della nostra spiritualità.

Dobbiamo aprire i cuori con fiducia alla famiglia, ai fratelli e sorelle della Sacra Milizia e a tutti, bisognosi, anziani, pellegrini, bambini, con la carità quotidiana del perdono, del servizio, dell’accoglienza.

Perché tutto ciò si realizzi, dobbiamo diventare recettivi del sovrabbondante e potente amore di Dio. L’amore di Dio che sta prima di ogni cosa! 

Lo scopo di questa Quaresima sia soprattutto fare esperienza di tale amore: sentirsi attirati verso Dio, afferrati, abbracciati da Lui… tutto il resto seguirà, seguirà di certo… con abbondanza di grazie! Seguiranno le vocazioni, il rinnovamento della vita cristiana, il bene delle comunità, la riscoperta della fede nel nostro mondo disorientato, le tante missioni benedette della Sacra Milizia, la forza di continuare a donarci; seguirà... tutto, proprio tutto. 

Con fraterno affetto in Cristo, Un Cappellano.

The following two tabs change content below.
Pace e bene! Sono don Sergio, Parroco dell'Unità Pastorale di Casperia-Cottanello-Montasola. Qui troverete, oltre ad una presentazione delle principali attività, una fonte costante di informazioni sulle attività di pastorale e catechesi organizzate dalla parrocchia e dai gruppi che vi operano.

Ultimi post di don Sergio Grisolia (vedi tutti)

Condividi sui social network