La commemorazione di tutti i fedeli defunti ci porta a ricordare tante persone care. A loro dobbiamo amore e riconoscenza per averci aiutato a essere quello che siamo oggi: per la vita, per la fede e per la missione alla quale il Signore ci ha chiamati a svolgere nel mondo.

Per noi cristiani la morte, illuminata dalla fede in Gesù Cristo, assume più il carattere di un passaggio, di una porta che introduce alla pienezza della vita, nella comunione con Dio e con tutti i nostri fratelli e sorelle. Nella liturgia dei defunti la chiesa crede e afferma che "se ci rattrista la certezza di dover morire, ci consola la promessa dell'immortalità futura. Ai tuoi fedeli, o Signore, la vita non è tolta, ma trasformata; e mentre si distrugge la dimora di questo esilio terreno, viene preparata un'abitazione eterna nel cielo" (prefazio dei defunti).

Da sempre la chiesa nutre la comunione dei santi attraverso la preghiera, le opere di carità e l'intercessione per i fedeli defunti. In questo mese di novembre, mentre ci avviamo alla conclusione dell'anno liturgico nel quale contempliamo la pienezza della realizzazione del regno di Dio, tutti insieme ci uniamo nella preghiera di suffragio per tutti i fedeli defunti: per i sacerdoti che hanno servito la nostra comunità, per le religiose e i religiosi, per i nostri cari, amici e i benefattori, e per le anime dimenticate del Purgatorio.

Un ottavario per i defunti verrà celebrato nella nostra parrocchia dal 28 ottobre al 4 novembre. 

L’ottavario per i defunti è un’antica consuetudine che consiste nel suffragare, per otto giorni consecutivi, le anime del Purgatorio con preghiere, con la confessione, con la comunione e opere di carità. Perchè “ottavario”?
L’origine è da attribuire a San Nicola da Tolentino, frate agostiniano vissuto nel XIII secolo. Si dice che una notte si trovava in un convento agostiniano presso Pesaro e mentre dormiva, in sogno sentì una voce che lo chiamava lamentandosi: “Frate Nicola, uomo di Dio, guardami. Sono frate Pellegrino da Osimo che da vivo hai conosciuto. Sono tormentato in questa fiamma. Dio, accettando la mia contrizione, non mi ha condannato alla pena eterna ma per sua misericordia alla pena del Purgatorio. Ti prego dunque umilmente di celebrare la Messa dei defunti per liberarmi da queste fiamme”. Nicola gli rispose: “Ti aiuti, fratello, il mio Salvatore dal cui sangue sei stato salvato; ma io, sono incaricato di celebrare la Messa conventuale, soprattutto domani che è domenica, il cui rito liturgico si deve rispettare, non posso celebrare la Messa dei defunti”. E frate Pellegrino di rimando: “Vieni, venerando padre, vieni e considera se ti sembra conveniente respingere senza pietà l’appello di tanta misera gente che mi ha mandato”. E gli mostrò la pianura verso Pesaro piena di gente. Poi soggiunse: “Abbi pietà, Padre, di una moltitudine tanto misera che aspetta il tuo aiuto tanto utile. Infatti, se vorrai celebrare per noi, la maggior parte di noi sarà liberata da questi atroci tormenti”. Risvegliatosi, Nicola cominciò a pregare, e poi chiese il permesso al priore di celebrare per tutta la settimana la Messa per le anime del Purgatorio. Trascorsa quella settimana, frate Pellegrino gli apparve di nuovo, ringraziandolo per averlo sottratto dal Purgatorio e riferendogli che gran parte delle persone che aveva visto in sogno nella piana di Pesaro già godevano della gloria di Dio.
Nell’ottavario, la Chiesa raccomanda ai fedeli di pregare il Signore affinchè ascolti la voce di chi invoca clemenza: De profundis clamavi ad te, Domine: Domine exaudi vocem meam, (salmo 129 ) o misericordia: Miserere mei, Deus, secundum magnam misericordiam tuam ( salmo 50). (A cura del prof. Cosmo Tridente in http://lamiasettimanasanta10a.blogspot.com).

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Pace e bene! Sono don Sergio, Parroco dell'Unità Pastorale di Casperia-Cottanello-Montasola. Qui troverete, oltre ad una presentazione delle principali attività, una fonte costante di informazioni sulle attività di pastorale e catechesi organizzate dalla parrocchia e dai gruppi che vi operano.

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