Carissimi,

siamo nuovamente a Natale. Ancora una volta, quest’anno, il Signore ci dona la grazia di celebrare il mistero con cui il Dio invisibile, Colui che era in Principio e per mezzo del quale tutto è stato fatto, si è fatto Bambino, il più piccolo tra gli uomini: il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi” (Gv 1,14).

Sì! Il Natale non è una qualsiasi scadenza del calendario, un impegno o una ricorrenza come tante altre, non è la festa d'inverno, non è un panettone, non è un falso buonismo "oggi è Natale, occorre essere buoni", ma  il "compleanno" di Gesù.

Natale, cari amici, è la nascita di Gesù, l'Emmanuele, il Dio-con-noi, che entra nella nostra storia, con la tenerezza e l'innocente semplicità di un Bambino. Il Natale è Gesù, che desidera essere accolto nella nostra vita proprio come ogni bambino che viene al mondo: è pulito se qualcuno se ne cura, mangia e beve se qualcuno gliene prepara, sta caldo se qualcuno lo copre e lo custodisce, impara a camminare, a parlare, a giocare se al suo fianco ci sono mani premurose, occhi vigili, cuore aperto...

Natale è il Figlio di Dio che si fa uomo per entrare nella grotta del nostro cuore  per illuminarla con i suoi vagiti - Parola di Dio incomprensibile al nostro orecchio, ma che scalda il nostro cuore e ci svela il senso pieno della nostra esistenza: affidarsi e fidarsi di Dio, proprio come fa un bambino con quanti lo accolgono.

Permettetemi allora, prima di fare gli auguri a voi di farli a Gesù. Mi affido alle parole sapienti e paterne del Cardinale Angelo Comastri:

BUON COMPLEANNO, GESÙ...

Mi sento fortunato, caro Gesù, nel farti gli auguri di buon compleanno.

In ogni Natale Tu sei il festeggiato,

e ti lasciamo nell’angolo di un vago ricordo senza impegno,

senza cuore e senza ospitalità sincera!...

ma quante volte noi ci appropriamo della tua festa…

Da duemila anni, ad ogni Natale noi ci scambiamo gli auguri

perché avvertiamo che la tua Nascita è anche la nostra nascita,

la nascita della speranza, la nascita dell’amore, la nascita di Dio nella nostra povertà.

Però - quanto mi dispiace doverlo riconoscere! - il tuo Natale! Il tuo Natale è minacciato da un falso natale, che prepotentemente ci invade e ci insidia e ci narcotizza fino al punto di non vedere più e non sentire più il richiamo del vero Natale: il tuo Natale!

Quante luci riempiono le vie e le vetrine in questo periodo!

Ma la gente sa che la Luce sei Tu?

E se interiormente gli uomini restano al buio,

a che serve addobbare la notte con variopinte luminarie? Non è una beffa, o Gesù?

Non è un tradimento del Natale? Queste domande, caro Gesù, si affollano nel mio cuore e diventano un invito forte alla conversione.

E noi cristiani siamo luce con la nostra vita?

E le famiglie e le parrocchie assomigliano veramente a Betlemme?

Questi interrogativi non possiamo, non vogliamo, non dobbiamo evitarli se vogliamo vivere un autentico Natale.

Si vede la stella della testimonianza della vita abitata e trasformata dalla Tua presenza?

Dalle case e dai luoghi di divertimento, in questi giorni, escono musiche che vorrebbero essere invito alla gioia. Ma di quale gioia si tratta?

Gli uomini hanno scambiato il piacere con la gioia: quale mistificazione!

Il piacere è il sollecito della carne e, pertanto, sparisce subito e va continuamente e insaziabilmente ripetuto;

la gioia, invece, è il fremito dell’anima che giunge a Betlemme e vede Dio e resta affascinata e coinvolta nella festa dell’Amore puro.

Sarà questa la nostra gioia, sarà questo il nostro Natale? Come vorrei che fosse così!

Ma c’è un altro pensiero che mi turba

e mi fa sentire tanto distante il nostro natale dal tuo Natale.

A Natale, o Gesù, Tu non hai fatto il cenone

e non hai prenotato una stanza in un lussuoso albergo di una rinomata stazione sciistica.

Tu sei nato povero. Tu hai scelto l’umiltà di una grotta e le braccia di Maria (la “poverella” amava chiamarla Francesco d’Assisi, un grande esperto del Natale vero!).

Come sarebbe bello se a Natale, invece di riempire le case di cose inutili,

le svuotassimo per condividere con chi non ha, per fare l’esperienza meravigliosa del dono,

per vivere il Natale insieme a Te, o Gesù! Questo sarebbe il regalo natalizio!

A questo punto io ti auguro ancora, con tutto il cuore, buon compleanno, Gesù!

Ma ho paura che la Tua Festa non sia la nostra festa.

Cambiaci il cuore, o Gesù, affinché noi diventiamo Betlemme

e gustiamo la gioia del tuo Natale con Maria, con Giuseppe,

con i pastori,

con Francesco d’Assisi, con Papa Giovanni Paolo, con Madre Teresa di Calcutta e con tante anime che, hanno preso domicilio a Betlemme.

Buon Natale a tutti…

ma ora sapete di quale Natale intendo parlare.

Allora Buon Natale anche a voi diletti figli. Vostro don Sergio.

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Pace e bene! Sono don Sergio, Parroco dell'Unità Pastorale di Casperia-Cottanello-Montasola. Qui troverete, oltre ad una presentazione delle principali attività, una fonte costante di informazioni sulle attività di pastorale e catechesi organizzate dalla parrocchia e dai gruppi che vi operano.

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