Carissimi Fratelli e Sorelle di Casperia,

quest'anno per farvi gli auguri ho pensato di riutilizzare la lettera che don Franco, parroco di Cogneto, ha scritto nel 2011 ai suoi fedeli. Sono parole forti e decise, tuttavia, se accolte con profonda umiltà e senza l'impressione di essere su uno scanno di tribunale, ma davanti all'amore sconfinato di Dio che salva, può esserci di grande giovamento per prepararci al Natale. Faccio questa scelta, non perchè privo di parole e di gratitudine per ciascuno di voi, ma perchè desideroso di condividere con voi i sentimenti che la lettura di questa lettera mi ha provocato: innanzitutto quello del profondo stupore per l'amore di Dio, che si fa povero, debole, compagno delle mie debolezze e povertà; poi quello della profonda fiducia che Dio ha verso ciascuno di noi...non ci abbandona mai; e, infine, che il Natale è il tempo non della cultura dello spreco ma della condivisione...fosse anche la nostra miseria! Dunque: Che Natale....sia Natale!

Ecco a voi la lettera: Carissimi, ci stiamo avvicinando al Natale. Quest’anno per tanti sarà un Natale di crisi economica, di povertà. Ciò dispiace e stimola la nostra carità, ma può anche farci sentire più in sintonia col Natale di Dio, il Natale vero. “Egli da ricco che era, si è fatto povero” (2 Cor 8,9) per nostro amore. È così povero e umile che nessuno potrà mai esserlo più di Lui.

Ascoltiamo le parole di due convertiti: Curzio Malaparte e un monaco di Monteveglio morto di aids.

Curzio Malaparte, letterato tenacemente ateo si convertì un mese prima di morire. Così urlò graffiando, una notte di Natale: “Vorrei che in tutte le chiese del mondo un povero prete si levasse gridando: via da quella culla, ipocriti, bugiardi, andate a casa vostra e piangete sulle culle dei vostri figli. Se il mondo soffre è anche per colpa vostra che non osate difendere la giustizia e la bontà e avete paura di essere cristiani fino in fondo. Via da questa culla, ipocriti. Questo Bambino che è nato per salvare il mondo ha orrore di voi.”

Nel 1992 i giornali, non senza malizia, uscirono col titolo: “Un monaco è morto di aids”. Si trattava di un giovane di Modena che a vent’anni aveva lasciato la famiglia per sprofondare nel mondo del vizio e della droga. Conobbe ripetutamente il carcere e poi la sentenza tremenda: “Sei sieropositivo”. Si rivolse disperato ad un monaco di Monteveglio dicendo: “Nessuno mi vuole e sono alla fame”. Il monaco gli disse: “Se vuoi, vieni con noi, siamo poveri, ma c’è spazio per un altro povero”. Quel giovane disse: “Vengo”. Tutti lo accolsero come un fratello, senza chiedergli: “Da dove vieni, cos’hai fatto, perché sei malato?” Fu conquistato dalla fede e dalla carità dei monaci. Si convertì dicendo: “Ho capito che Gesù è Dio, perché soltanto se Gesù è Dio si spiega la vostra vita: siete umili, poveri… e tremendamente felici. Siete ricchi del più grande amore col quale mi avete accolto”. Desiderò farsi monaco e vi si preparò con cura. Fece la sua professione pochi minuti prima di morire confidando: “Anche nella Chiesa c’è il peccato, per questo mi faceva schifo, però nella Chiesa c’è Dio, la Chiesa è la culla di Dio e io voglio stare in questa Chiesa.”

Nella fede non presunta, ma umilmente alimentata e testimoniata, nell’amore attinto da Cristo e concretamente vissuto facciamo in modo che specialmente nel Natale anche la nostra Comunità diventi “Culla di Dio” perché attraverso di noi tante persone abbiano gioia, vita, speranza. Buon Natale a tutti! Specialmente ai piccoli e ai malati!

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Pace e bene! Sono don Sergio, Parroco dell'Unità Pastorale di Casperia-Cottanello-Montasola. Qui troverete, oltre ad una presentazione delle principali attività, una fonte costante di informazioni sulle attività di pastorale e catechesi organizzate dalla parrocchia e dai gruppi che vi operano.

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